lunedì 11 aprile 2011

Fini e Montezemolo contro l'articolo 18

Il 9 Aprile è stato un appumentato importantissimo, azzarderei storico per il nostro Paese.
Vedere migliaia di giovani, di studenti, di lavoratori precari scendere nelle Piazze per ribadire con forza e convizione la loro contrarietà a questo sistema sociale e a questo mercato del Lavoro ingiusto e frammentato è stato quasi emozionante.

La risposta della politica alle istanze delle piazze del 9 Aprile è stata multiforme.

Dalla maggioranza il solito mix di indifferenza e di ostilità, da parte del premier Silvio Berlusconi nessuna parola, da parte dei soliti falchi del Popolo della Libertà attacchi di faziosità e connivenza con la sinistra.

Da parte del centro-sinistra e dei Sindacati c'è stata una vicinanza positiva, sia negli intenti sia nei mezzi messi a disposizione dalla CGIL, dal Partito Democratico, da Sinistra ecologia e libertà e dalle altre forze minori dell'opposizione, da Nichi Vendola a Rosy Bindi passando per Pierluigi Bersani e Susanna Camusso, quasi tutti i volti dell'opposizione di centro-sinistra e del sindacato, erano presenti a questo appuntamento, e questo non può che essere un fatto politico che fa riflettere.

Ma c'è stata anche una terza reazione, paradossalmente più "concreta", sia rispetto al nulla del Governo sia rispetto all'amicizia dichiarata e resa pubblica del centro-sinistra, ed è stata la presa di posizione di Luca Cordero di Montezemolo (che evidentemente sta riscaldando i motori per una sua discesa "in campo") e degli esponenti Pd Pietro Ichino e Nicola Rossi (quest'ultimo dimissionario dal gruppo democratico al Senato) con la lettera l'8 Aprile al Corriere della Sera e la presa di posizione di Gianfranco Fini, leader di Futuro e Libertà per l'Italia ad un incontro con l'organizzazione giovanile di FLI.

Per semplificare ai non addetti ai lavori (come chi scrive tra l'altro) Fini assieme a Montezemolo, Ichino e Rossi propone una semplificazione estrema della giungla dei contratti di lavoro, con la configurazione di un contratto di tipo unico con un livello di protezione crescente che abbia come obiettivo un rapporto di lavoro a tempo indeterminato per tutti i tipi di occupazione.

Detto in questo modo sembra il Paradiso ma proprio Paradiso non è, perchè sebbene vi siano aspetti positivi (maggiori tutele e obiettivo della stabilizzazione), Fini in maniera esplicita e gli altri tre in maniera meno esplicita, chiedono come una sorta di "contrappasso" una modifica, di fatto radicale, dell'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, il leader di FLI infatti ha detto "Meglio un contratto di lavoro unico per le assunzioni a tempo indeterminato, anzichè questa inaccettabile flessibilità con tante tipologie contrattuali. Ma diamo la possibilità ai datori di lavoro di licenziare".

L'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori vieta il licenziamento senza giusta causa o giustificato motivo, chi scrive ritiene che questa sorta di scambio che Fini, Montezemolo, Rossi ed Ichino propongono è inaccettabile o quantomeno discutibile, l'articolo 18 non è solo una norma è un diritto che tutela e salvaguardia il lavoratore nei confronti del padrone o come si dice oggi del datore di lavoro, è un diritto che eleva il lavoratore dal rango di semplice merce, che ne mette al riparo la dignità.

Certo dignità e diritti ci hanno detto in tanti che cozzano con l'economia ed il Mercato, ma se si cede sul fronte dei diritti e della dignità si cede ogni giorno un pezzo di democrazia e di sovranità, nei confronti delle sovraentità economiche internazionali e della globalizzazione e questo l'Italia, con il tessuto sociale fatto di tutele ridotte e welfare a macchia di leopardo con alti e bassi, non può permetterselo.

Soprattutto quando le alternative ad una modifica radicale o peggio ad una abolizione dell'articolo 18 sul fronte della precarietà ci sono, perchè ad esempio non si comincia a parlare di un aumento del costo del lavoro flessibile rispetto ad un lavoro a tempo indeterminato ? Perchè non si comincia dai livelli minimi, mettendo mano ai tanti stages e tirocini sottopagati ? Perchè prima di un contratto unico non si comincia a parlare di Salario minimo garantito o di reddito di cittadinanza ? Ce ne sono di cose da fare prima di toccare l'articolo 18, speriamo che Fini, Montezemolo e quella parte del Pd stregata dal Mercato se ne accorgano, anche perchè se questa è l'alternativa a Berlusconi e Sacconi (che non dice cose tanto diverse) il rischio di avere due destre, magari una razzista e l'altra no, magari una democratica e l'altra populista ma nessuna sinistra ad innalzare la bandiera della questione sociale, è molto forte.

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