sabato 26 marzo 2011

Al convegno di AreaDem prove di Alleanza Costituzionale


Il primo a lanciare l'idea di una "Alleanza Costituzionale" di tutte le opposizioni per superare il berlusconismo fu proprio Dario Franceschini, ex-segretario del Partito Democratico (un passato nella sinistra Dc, nei cristiano sociali, nel Partito Popolare, nella Margherita), ad oggi capogruppo alla Camera dei Deputati e leader della corrente interna di AreaDem, comunità politica che nel Congresso del 2009 si era appunto riunita attorno alla sua candidatura per la rielezione a Segretario, donne e uomini provenienti in gran parte dalla Margherita ma anche dai Ds, basta pensare al ruolo attivo di Piero Fassino (ultimo segretario della Quercia ) come Coordinatore di quella che era la Mozione Franceschini.

A quella proposta seguirono quelle praticamente identiche del segretario Pierluigi Bersani e di Massimo D'Alema, proprio su questo riallinearsi di AreaDem alla maggioranza bersaniana si creò la frattura interna alla minoranza che portarono Veltroni, Fioroni e Gentiloni a creare MoDem, insomma il Pd non si smentisce mai e quando si tratta di dividersi lo sa fare egregiamente.

L'idea di Franceschini di una Alleanza Costituzionale comunque rimane la linea di AreaDem e di fatto la linea ufficiale del Pd che può riassumersi in pochi passaggi abbastanza chiari nella forma, difficilissimi da attuare nella pratica : alleanza elettorale larga di tutte le opposizioni al berlusconismo, parlamentari (Pd, Idv, e Terzo Polo) ed extraparlamentari (sinistra più o meno radicale), governo costituente che rimodelli il Sistema politico su basi europee, costringa l'anomalia del Berlusconismo e del populismo plebiscitario a non attecchire più anche tramite una buona legge sul conflitto di interessi ed infine un governo che affronti la crisi economica con un Piano per il Lavoro e la Crescita (utilizzando le parole di Bersani), passata questa legislatura ricostituente le forze "diverse", i progressisti e i moderati , torneranno a ricoprire i loro ruoli alternativi.

Il ragionamento sulla carta non fa una grinza, ma appena si mettono assieme qualche tema concreto sul piatto questa grande alleanza sembra di fatto essere fragile, facciamo qualche esempio 1) Riforma Gelmini, Futuro e Libertà e l'Api di Rutelli hanno votato la riforma, l'UDC ha criticato la mancata copertura, il PD, l'IDV e le sinistre extraparlamentari l'hanno fortemente criticata nel merito, se si va al governo la si cambierà o no ? 2) Collegato Lavoro che ha introdotto l'Arbitrato introducendo forti limitazioni all'articolo 18, tutto il Terzo Polo l'ha votato in blocco assieme al Governo, il PD, l'IDV e le sinistre extraparlamentari l'hanno fortemente criticato nel merito, se si va al governo lo si cambia o no ? 3) Acqua Pubblica, il decreto l'ha fatto proprio un finiano, Andrea Ronchi, tutto il Terzo Polo è a favore della privatizzazione, il PD ha preso una posizione ambigua, l'IDV, i Giovani Democratici, centinaia di circoli del PD e le sinistre extraparlamentari hanno promosso il referendum, se si va al governo si modifica il decreto qualora non passasse il referendum ? Un bel rompicapo non c'è che dire.

Sul piano delle riforme istituzionali poi non è che vada meglio, il PD ufficialmente propone una sorta di modello francese per quanto riguarda la legge elettorale ma non è molto incline al semi-presidenzialismo, D'Alema, Casini, Rutelli, Vendola e Ferrero sono per un sistema proporzionale alla tedesca e per un forte parlamentarismo, Fini e Veltroni al contrario sono per un bipolarismo maggioritario che non disdegna il Presidenzialismo tout-court, insomma che questa Alleanza Costituzionale riformi in 5 anni (sempre se il risultato elettorale gli da la forza di reggere in Parlamento 5 anni) l'impianto istituzionale del Paese, chi scrive ha qualche dubbio.

Comunque la proposta è sul campo quindi inutile snobbarla, ne hanno discusso al convegno di Area Democratica Fausto Bertinotti, oggi vicino a Sinistra ecologia e libertà, Pier Ferdinando Casini leader dell'UDC e lo stesso Franceschini, nella stessa occasione è intervenuto anche Bersani ribandendo che la linea del Pd non cambia assicurando che le rilevazioni parlano di una Alleanza in grado di vincere e bene sia alla Camera che al Senato (e non si può dargli torto dato che una Alleanza del genere in più sondaggi sfiora o supera il 50% dei voti).

La Tavola Rotonda tra i 3 esponenti è molto interessante (ed è possibile vederla sul sito di AreaDem), tratta ovviamente i temi dell'attualità ed è possibile scoprire addirittura un Bertinotti meno pacifista di quanto ci si aspetti che loda comunque la politica estera di Obama, ma sotto il profilo più politico e strategico le posizioni anche in questa occasione difficilmente coincidono o si avvicinano.

Bertinotti ne parla da tempo e ribadisce anche qui che la teoria delle due sinistre (una riformista, una radicale), che lui stesso aveva portato avanti negli anni 90 (quando all'epoca i soggetti erano il Pds di D'Alema e la sua Rifondazione comunista) è ormai un ferrovecchio, di sinistra bisogna ricostruirne una e l'ex-Presidente della Camera proietta questa ricostruzione nel campo europeo auspicando un luogo comune di dibattito e confronto di tutte le forze della Sinistra europea, dai Laburisti inglesi allla Linke tedesca, un obiettivo senz'altro ambizioso ma che con l'Alleanza costituzionale poco ha a che vedere ma si tratta nella sostanza di una vera e propria sfida (di cui Vendola è ormai il condottiero indiscusso) al Partito Democratico basato sulla presa d'atto che quel progetto è fallito e che Pd e Sinistra ecologia e libertà devono ricostruire un soggetto comune in seno alla Sinistra europea (ed il Pse pare essere il prossimo obiettivo del Presidente della Puglia).

Casini non ha fatto altro che ribadire la sua legittima posizione anti-bipolarista moderata, una sorta di "rispetto reciproco a debita distanza" tra l'Udc e il Pd che gli fa onore sotto il profilo della coerenza ma sotto il profilo della tattica il leader dello Scudo Crociato sembra ormai un leader che non sa che pesci pigliare e che di fatto non esalta nemmeno la nuova esperienza (che già puzza di esperimento "soffocato nella culla") del Terzo Polo (che non nomina mai), tiene aperte tutte le porte ma se un minuto prima è li che attacca la deriva plebiscitaria di Berlusconi un minuto dopo lancia frecciate a Renzi e Vendola che , secondo Casini, di quel modello ormai si sono appropriati (dimenticandosi però che nel simbolo dell'Udc il suo cognome cosi come in quello di Sel è bene in vista).

Franceschini dal canto suo soffre il fatto di avere l'ultima domanda ed è li che lancia la provocazione benevola a Casini dicendogli di capire la loro strategia di scegliere le alleanze all'ultimo minuto in base alle convergenze del contesto ma allo stesso tempo gli dice di scegliere la prima volta il Pd e poi di valutare alla fine del nuovo percorso comune gli esiti, sorrisi generali e poi fine della Tavola Rotonda.

Chi scrive non è contrario a priori ad una Alleanza con il Terzo Polo, purchè sia inclusiva (e non esclusiva di Sel, Idv e delle altre forze della sinistra), anzi rispetta la decisione di Bersani, di Franceschini e di D'Alema di spingere su questo terreno anche per far emergere le contraddizioni nel Terzo Polo ma più si ritarderà nella chiarezza e nella trasparenza di questo progetto, più tardi verrà convocato questo benedetto tavolo dell'Alleanza Costituzionale e più lontana sarà la fine del Berlusconismo, il Pd come primo partito dell'opposizione ha il dovere di convocare il tavolo delle Opposizioni cosi gli elettori del centro-sinistra e del Terzo Polo potranno vedere chiaramente chi è che si alza per primo e chi rimane.

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