mercoledì 23 marzo 2011

Il PD che ci piace : Bersani presenta alle parti Sociali il piano dei Democratici su Economia e Lavoro



Uno dei tanti luoghi comuni presso i politici e gli elettori del centro-destra ma spesso e volentieri anche presso l'elettorato progressista è quello secondo la quale il Partito Democratico e in generale il centro-sinistra non può rappresentare una valida alternativa al Berlusconismo poichè non dispone di idee, proposte e programmi.

Il Segretario del Pd Pier Luigi Bersani evidentemente sa che questo è uno problemi principali del campo riformista e cerca tra i mille problemi ed ostacoli di un partito-baraonda (a livello di correnti ed aree interne) di trasmettere una inversione di tendenza sotto questo punto di vista, cercando in tutti i modi di convincere gli elettori che il Pd non solo è l'unico grande partito che può organizzare il campo alternativo al berlusconismo (e su questo c'erano pochi dubbi vista l'entità elettorale del Pd che lo di fatto "costringe" ad essere baricentro di qualsiasi futura coalizione contro l'attuale maggioranza) ma soprattutto che il Pd ha le sue idee, le sue proposte e i suoi programmi sui punti cruciali che da anni sono al primo posto delle preoccupazioni degli Italiani (probabilmente le uniche rilevazione statistiche che sono sempre fisse e non registrano differenze e polemiche tra i Sondaggisti) : Economia e Lavoro, specialmente durante questo periodo di Crisi, tutt'altro che finita, checchè ne dicano le tre Dis-Grazie Berlusconi, Sacconi, Romani.

Già nei mesi scorsi il Pd si era mosso sotto questo profilo programmatico elaborando i Documenti su Lavoro ed Economia nel corso delle Assemblee Nazionali del Partito, usufruendo dell'impegno e delle capacità delle personalità del Partito più vicine a questi temi, come il Responsabile Economico del PD Stefano Fassina, braccio destro del Segretario e sfornato non a caso dalla Fondazione di Vincenzo Visco e dello stesso Bersani NENS (Nuova Economia Nuova Società).

Dopo questo percorso in seno al Partito fatto di sintesi e dibattito, questa settimana, i maggiori dirigenti del Pd (Bersani, Letta, Franceschini, Rosy Bindi e lo stesso Fassina) hanno incontrato tutti i rappresentati del Lavoro e dell'Impresa e si sono confrontati con loro sul Piano Alternativo per la Crescita e l'Occupazione, alla quale ha collaborato anche la Fondazione ItalianiEuropei diretta da Massimo D'Alema.

Il corposo documento del Pd (che si può leggere a questo link http://www.unita.it/polopoly_fs/1.278028.1300713619!/menu/standard/file/doc.%20fassina_DEF.pdf ) affronta in maniera precisa e puntuale i nodi spinosi della condizione economica e sociale sia del contesto Italiano ma anche e soprattutto ,seguendo lo spirito europeista del Partito e criticando la linea politica dei governi conservatori, dell'Unione : poca crescita, poca occupazione, poco reddito.

Sotto il profilo Europeo il Pd si muove nel solco delle proposte contenute nel "Patto Europeo per il Lavoro ed il Progresso Sociale" approvato dal Consiglio del Partito del Socialismo Europeo tenutosi nel Dicembre del 2010 a Varsavia (ed è per questo che chi scrive si chiede ancora cosa stia aspettando il Pd ad aderire ufficialmente al Pse e all'Internazionale Socialista soprattutto quando proprio in quel Consiglio di Varsavia una delle delegazioni più corpose era proprio quella del Pd con Bersani e D'Alema in testa) che sono principalmente 4 :

1) la creazione di una agenzia per il debito per acquistare i titoli dei singoli paesi aderenti all'UE ed emettere titoli di debito europei (Eurobonds) perciò garantiti in maniera collettiva
2) Finanziare tramite gli Eurobonds,la Tassa sulle Transazioni Finanziarie e una maggiore fiscalità Ambientale un piano Europeo per occupazione,innovazione e Green Economy, salvando quindi le Istituzioni Europee da quel pantano immobilista in merito alle questioni economiche e sociali degli ultimi anni che ha fatto molto male allo sviluppo industriale di tutta l'Unione, facendo arretrare le zone di merito e penalizzando ancora di più quelle già deboli
3) Fissare uno "standard retributivo" a livello comunitario in modo che ci sia omogeneità nei paesi tra Salari e livello di produttività, ovvero fare in modo che nei paesi con alta produttività e bassi salari questi ultimi vengono aumentati e ovviamente in quei paesi con bassi livelli di produttività si sviluppino politiche per aumentare la produttività ma al tempo stesso di avere certezza di un conseguente aumento retributivo
4) Una distribuzione del reddito da Lavoro più equa sia nei livelli diretti di Mercato del Lavoro che in quelli indiretti di Servizi e Tasse , per aumentare la fiducia e la capacità d'acquisto delle Famiglie

Sotto il profilo Nazionale le proposte del Pd sono in linea con le già note posizioni del centro-sinistra su Giustizia Fiscale (spostando il carico dal Lavoro, Pensioni ed Impresa alla Rendita), Liberalizzazioni e quindi un Mercato della Concorrenza ma anche delle Regole su tutti i livelli, progressiva riduzione del Debito Pubblico di pari passo con una riorganizzazione di qualità della Pubblica Amministrazione, più efficace, universale ma meno costosa senza però effettuare Tagli Lineari specialmente su Sanità, Ricerca ed Istruzione ; a queste posizioni già conosciute e potremmo dire "classiche" del centro-sinistra si aggiunge un obiettivo ambizioso che in questi tempi di Berlusconismo non può che essere prioritario : innalzamento robusto dell'Occupazione, in special modo Femminile, attualmente tra le più basse in Europa grazie ad una politica sociale di rafforzamento del Welfare e delle Politiche Famigliari (per tradurlo in uno slogan "Più Asili Nido Pubblici"), reinserendo tra le altre cose la norma introdotta dal governo Prodi a tutela della donna lavoratrice in maternità, vergognosamente tolta dal governo Berlusconi ad inizio legislatura.

Accanto a questo obiettivo nobile ma soprattutto conveniente (il Pd ha previsto grazie all'incremento dell'Occupazione Femminile conseguenti incrementi del PIL nella misura del mezzo punto percentuale annuo che non sono mica noccioline), il Pd in linea alla proposta dello "standard retributivo" europeo di cui parlavamo sopra ritiene necessario un aumento del livello di produttività del sistema industriale con conseguente aumento delle retribuzioni (oggi tra le più basse d'Europa).

Le parti Sociali convocate (Cgil,Cisl,Uil,Confindustria e Confcooperative le maggiori) hanno apprezzato il Piano evidenziando ognuno la proposta o le proposte che più sono sembrate positive, cosi se la Confindustria come ovvio ha apprezzato molto i passaggi su produttività e ricerca, al tempo stesso Cisl e Uil si sono espresse a favore dei punti su fisco, debito pubblico e crescita, la Cgil, presente direttamente con la Camusso (al contrario le altre associazioni hanno mandato dei vice o comunque non i leaders che tutti conosciamo ovvero i vari Bonanni, Angeletti e Marcegaglia, segno che, checchè ne dica Fioroni il PD e la Cgil hanno ancora un legame forte e stretto che non può che far del bene al Partito) ha apprezzato particolarmente l'obiettivo occupazionale e retributivo chiedendo comunque , nello spirito dell'iniziativa che doveva essere un confronto e non un mero incontro descrittivo, un rafforzamento delle politiche sociali (osservazione più che giusta).

Nonostante chi scrive ha qualche dubbio su questo atteggiamento del Pd di ostilità ferma e decisa (per motivi elettorali ?) nei confronti di operazioni patrimoniali, questo pacchetto di riforme economico-sociali del Pd è avanzato ed efficiente e ha trovato ampio consenso presso le parti Sociali (cosa che invece non riesce praticamente mai a questo Governo che sa solo dividere e sparigliare i rappresentati del mondo produttivo), un pacchetto che se messo in condizione di essere applicato darebbe (questo si) una scossa all'ingessata e debole economia italiana ed europea, sicuramente più efficace della sbagliata ed inutile modifica per puro scopo ideologico dell'articolo 41 (a proposito qualcuno ne ha sentito parlare ancora ?) della Costituzione.

Per concludere urge però una domanda politica e non polemica al Pd, ma questo Pacchetto cosa si aspetta a farlo conoscere anche alle altre forze politiche dell'opposizione ? Forse già solo su questi primi paletti programmatici si potrebbe cominciare a vedere chi si smarca e chi si siede al Tavolo dell'Alternativa a Berlusconi, no ?

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